La vena poetica degli alpini Stampa

STORIE DI ALPINI

L’Adunata ha risvegliato la vena poetica di tanti alpini ed amici. In redazione sono arrivate un bel po’di poesie. La maggioranza in bergamasco, che è un dialetto non certo facile, specialmente nello scriverlo.
A tal proposito si ricorda che il “Ducato di Piazza Pontida” tutti gli anni organizza appositi corsi per imparare la grammatica e l’ortografia del bergamasco. Detto questo, fatte salve le rime e l’ispirazione, i risultati ortografici non sono stati dei migliori. Ma non potevamo ignorare completamente tutte queste poesie, perciò ve ne proponiamo
una per tutte: gioiosa, in italiano, che ricorderà a tanti “veci” gli anni delle scuole elementari ed a chi c’era l’acqua copiosa durante la sfilata che, invece di smorzarla, l’ha esaltata. Ci scrive il nostro ignoto “poeta”, che si firma scherzosamente “il vate della valle”:

Sai, caro direttore, domenica sfilando sotto la pioggia mi sono ricordato della poesia “Che dice la pioggerellina di marzo?” di Angiolo Silvio Novaro, studiata alle elementari. Giunto a casa ho cercato il mio vecchio sussidiario e, chiedendo venia al poeta, mi sono permesso di parafrasare la bella poesia, adattandola alla nostra Adunata. Eccola.


Che dice la pioggerellina di maggio?


Che dice la pioggerellina
Di maggio, che picchia argentina
Su giovani e vecchi
Dell’alpe, su gagliardetti
Di gruppo, sul biondo e sul moro
Ornati da nìnnoli d’oro?


Arrivata è la bella Adunata,
Arrivata, arrivata!
Di fuor dalla nuvola nera,
Di fuor dalla nuvola bigia
Che in cielo si pigia,
Stamani è uscita Primavera
Guarnita di tanti tricolori,
Di lucide trombe,
Di gioiose onde,
Di camicie tinte da mille colori,
Di grida,     
Di evviva,
Di alpini ed anche
Di donne, le loro, franche ...


Ciò canta, ciò dice:
E il cuor che l’ascolta è felice.


Il Vate della Valle