Distribuiti dai militari della Julia i farmaci donati dai bergamaschi Stampa

Ancora una volta la generosità alpina è riuscita a raggiungere un importante obiettivo: curare la popolazione dell'Afghanistan grazie ai medicinali acquistati attraverso fondi privati dall'Ospedale da campo Ana di stanza a Orio al Serio e grazie al sostegno degli Ospedali Riuniti di Bergamo.

A luglio infatti Lucio Pantaleo Losapio, direttore dell'Ospedale da campo, aveva consegnato al comandante del 5° Reggimento alpini, Giovanni Coradello, centinaia di confezioni di farmaci per un valore di circa 50 mila euro, acquistati dalle aziende farmaceutiche, ma anche regalate da alcune farmacie della provincia di Bergamo.

 

«Importante ricordare che abbiamo avuto indicazioni precise sul tipo di medicinali da comprare per rispondere alle patologie più diffuse tra la popolazione – spiega il dottor Losapio – per noi è motivo di soddisfazione sapere che gli interventi sanitari sono iniziati. Siamo ospedalieri e ci preme in primo luogo che le persone ricevano cure mediche. Nel caso ci venisse richiesto siamo disponibili a sostenere ulteriormente il progetto».

Ad Herat i soldati del 5° Reggimento alpini della Task force Centre di stanza a Shindand – la zona dove ieri sono stati feriti due militari della Julia – hanno dato avvio a un'attività medica a favore della popolazione locale anche grazie ai farmaci donati dall'Ana di Bergamo. In particolare gli alpini hanno allestito una clinica mobile nel piccolo villaggio di Chahak, che si trova a cinque chilometri da Shindand. Un centinaio di persone tra bambini, donne e anziani hanno così potuto ricevere assistenza sanitaria in un territorio dove mancano strutture ospedaliere adeguate. Il piano di intervento sanitario del 5° alpini prevede l'assistenza settimanale per la popolazione locale raggiungendo anche i più lontani villaggi che si trovano nell'area sotto la loro responsabilità, grande quanto Piemonte e Valle d'Aosta.

L'attività ha visto impegnati anche gli specialisti del 2° Reggimento genio guastatori di Trento, ai quali è stato affidato il compito di verificare l'eventuale presenza di ordigni esplosivi, garantendo la sicurezza sia dei militari che della popolazione locale.

Laura Arnoldi

L'Eco di Bergamo 06/11/2010