Cividino
Continuano gli incontri culturali promossi dal Lions Club Val Calepio Val Cavallina. E stasera alle 20,30, al ristorante Stocholm di Cividino di Castelli Calepio l'appuntamento è da non perdere per gli studiosi di storia.
Infatti è stata organizzata una conferenza sulla strage della grotta di Gaia Zerèt, consumatasi fra il 9 e l'11 aprile in Etiopia, da parte dei soldati italiani. Relatore sarà Gianpaolo Rivolta, speleologo di Varese, che attraverso nuovi documenti, filmati e diapositive, ma anche interviste con persone del posto, cercherà di ricostruire la verità storica di quell'episodio. Al centro della serata del Lions Club ci sarà il libro di Rivolta, dal titolo «Aprile 1939 - La battaglia alla grotta del ribelle di Zeret (Etiopia) – Un episodio di guerra del Tenente Colonnello Gennaro Sora nel Corno d'Africa», che verrà presentato in anteprima. Il suo lavoro intende contrastare la versione dei fatti riportata da Matteo Dominioni nel suo libro «Lo sfascio dell'Impero» (Laterza – 2008), che pone in cattiva luce il Tenente Colonnello Gennaro Sora. Nel libro di Dominioni viene attribuita a Sora la responsabilità di un sanguinoso episodio dell'occupazione italiana dell'Etiopia. Era il 30 marzo e un gruppo di ribelli, inseguito da una colonna di soldati, si asserragliò in una grande grotta nella regione del Gaia Zeret-Lalomedir. Un luogo non facile da conquistare, perché le vie d'accesso erano ben protette. Sora, su ordine di un superiore, assediò gli etiopici e nel tentativo di stanarli vennero impiegati lanciafiamme e armi chimiche (gas lacrimogeni e una bomba a iprite). Il capo del gruppo di partigiani riuscì a fuggire con una quindicina di compagni, gli altri si arresero e molti vennero fucilati.
Tra i superstiti c'erano anche donne e bambini che però non sopravvissero a lungo a causa dell'esposizione all'iprite. Così è descritto il massacro nel libro di Dominoni, ma non sono pochi gli studiosi che contestano questa ricostruzione. All'incontro del Lions Club partecipano anche le nipoti di Gennaro Sora.
Tiziano Piazza - L'Eco di Bergamo 10/03/2011
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