«Erano allegri ma non rissosi. Fonte di ricchezza per la valle» Stampa

Malles
«Perdere gli alpini per Malles è stata una brutta botta. Perché portavano soldi, con loro e le loro famiglie si faceva stagione tutto l'anno. Ma soprattutto perché portavano allegria e senza mai creare problemi di risse o cose del genere. Anzi, animavano il paese negli orari di libera uscita, dalle 18 alle 23: oggi dopo le sei di sera Malles è morto...».
Il bar Post, a Malles, era un'istituzione per gli alpini della caserma Wackernell: ogni sera, il fatidico «rompete le righe» finiva per diventare il segnale silenzioso per un'adunata informale che portava tutti, ma proprio tutti, al locale della famiglia Brugnola. Antonio, il gestore, è a propria volta un alpino doc: arrivò dalle Marche a fine anni Cinquanta indossando una divisa e un cappello con la penna nera, e non si mosse più. Anzi, per la verità si mosse e parecchio, perché l'alpino continuò a farlo di carriera, ma il suo cuore rimase qui sotto il passo Resia, intrappolato («fregato», suggerisce lei ridendo con pragmatismo tutto teutonico) dagli occhi azzurri e dalla chioma bionda della signora Paola.
«Per gli alpini una seconda casa»
«Per gli alpini questa era una seconda casa – racconta Romina Brugnola, che gestisce il locale con i genitori e la sorella Raffaella – forse perché qui si parla italiano più che da altre parti, ma non credo perché anche la popolazione di lingua tedesca li ha sempre visti bene. Anche perché portavano benessere economico: sia direttamente, con quello che spendevano loro e le loro famiglie, sia indirettamente, perché con il tempo diventarono una vera e propria attrazione turistica e la loro immagine era di grande pubblicità per tutta la nostra valle. Quando passavano con i loro muli, i villeggianti si fermavano ad ammirarli, e nelle sere d'estate si facevano poi contagiare dai loro canti. Non parliamo poi di quello che succedeva ogni volta che qualcuno festeggiava il congedo...».

 

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Nella sede attuale dal 1970, il bar Post era comunque già prima un punto di riferimento per i militari di stanza a Malles. Con i quali si sono creati legami solidi, che ancor oggi resistono al tempo: «Ogni estate sono numerosissimi quelli che vengono quassù per trascorrere le vacanze con mogli e figli. E naturalmente vengono a trovarci. I bergamaschi? Certo, ce ne sono tanti. Sono proprio gente simpatica i bergamaschi, anche se quando parlano quel loro strano dialetto non si capisce proprio niente».
Affermazione universalmente condivisibile anche se, ascoltata nel più profondo dell'Alto Adige di lingua tedesca, ha tutto il sapore di una battuta.

 

P. Vai. - L'Eco di Bergamo  24/02/2011