I ragazzi della mini naja e l'emozione del debutto Stampa

Mini naja, grandi emozioni. Per la conferma chiedere a uno dei 135 ragazzi che ieri, dopo aver affrontato nei mesi scorsi gli stage avviati lo scorso anno dal ministero della Difesa come un piccolo surrogato volontario del servizio di leva obbligatorio, si sono ritrovati, primi nella storia alpina, a sfilare subito dietro la Taurinense a un raduno nazionale: quello di Torino appunto.
Emozionati? Ovvio. Orgogliosi? Tanto. A maggior ragione se sulle spalle, oltre al «peso» di questo debutto, ti porti anche la tradizione delle Penne nere orobiche. Perché naturalmente i bergamaschi nel gruppo non mancano e al termine della sfilata in piazza Vittorio Veneto non si sottraggono al rituale delle foto di gruppo e ai commenti da dopo «esame».
I «piccoli» orobici

 

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Chi sono? Silvia Morelato di Levate, Ilaria Capurso di Scanzorosciate, Veronica Pagani di Ponteranica, Jacopo Bigiani di Seriate, Gianpietro Tiraboschi di Zambla, Mattia Agazzi di Alzano Lombardo, Simone Inno di Presezzo, Nicola Ubiali e Marco Buzzetti entrambi di Bergamo. Tutti giovanissimi, tutti accomunati da una grande passione per l'universo alpino. Che in certi casi è di famiglia, in quel dna che a Bergamo è particolarmente diffuso, ma in altri è spontanea. «Ho scelto di fare questa esperienza – racconta ad esempio Ilaria Capurso – più che per "pressioni" in casa, per una curiosità personale: il mondo militare mi ha sempre affascinato e ho ritenuto che la mini naja potesse essere una bella esperienza». Così è stato, non solo per Ilaria, ma per tutti. Anche se per un periodo breve – chi due, chi tre settimane – i sette ragazzi hanno testato, tra San Candido e La Thuile, tutto ciò che un tempo si faceva abitualmente durante il servizio di leva: addestramento, marce, disciplina ferrea, ma anche quel clima di fratellanza e amicizia in grado di cementare i legami personali. Così ritrovarsi all'adunata è stato un gesto naturale. «Incontrare gli altri ragazzi – dice Jacopo Bigiani – è stato bellissimo: nonostante il breve periodo trascorso assieme, si è trattato di un'esperienza intensa. Ho capito perché tutti gli alpini ogni anno vogliono ritrovarsi». E la sfilata? «Sono stati bravissimi – commenta Marcello Oggioni alla testa del gruppo di giovani durante il corteo e responsabile del progetto Pianeta Difesa nel quale rientra l'iniziativa della stessa mini naja – c'è da essere davvero orgogliosi di questi giovani. Sono il futuro e chissà che un giorno non finiscano tra i volontari che scelgono il servizio di leva o comunque nell'Associazione nazionale alpini».
Allungare il periodo
«Per noi – aggiunge Antonio Sarti, presidente della sezione Ana di Bergamo – sono linfa vitale. Certo tre settimane è un periodo un po' troppo breve. L'ideale sarebbe almeno qualche mese o comunque una ulteriore settimana da impiegare al servizio della protezione civile dell'Ana. Costerebbe un po' di più, ma si tratterebbe di soldi ben spesi, un vero e proprio investimento».

 

E. Fa. - L'Eco di Bergamo 09/05/2011