Una Sezione senza gagliardetto è come un cristiano senza battesimo e gli Alpini bergamaschi dovettero aspettare un anno per la consegna ufficiale del loro vessillo. Il "battesimo" avvenne il 15 giugno 1922. Anche per questo fu scelta un'occasione speciale, solenne: l'inaugurazione del monumento al 5° alpini alla presenza del re Vittorio Emanuele III. Il monumento era stato innalzato nella piazzetta davanti all'Accademia Carrara, di fronte alla caserma Camozzi; una scultura che rappresentava la figura del famoso "Finimondo", l'alpino Antonio Valsecchi di Civate (Lecco), che, finite le munizioni, scaglia un masso contro il nemico (campagna di Libia 1911 - 1912). Fu don Antonietti, il memorabile fondatore della casa dell'orfano di Ponte Selva, che benedisse il gagliardetto, mentre la madrina fu la signorina Locatelli. Nell'occasione, davanti alle più alte autorità cittadine, con la schiettezza che lo ha sempre distinto, il sacerdote disse tra l'altro: "Anche se siete stati traditi da molte promesse, alpini, fattevi da coloro che non sacrificarono che la saliva nel farvele, ricordatevi che la coscienza del dovere compiuto vi assiste e da tale coscienza traete gli auspici per la conquista dei vostri diritti". Quanto sono attuali ancora queste parole! Il presidente, avv. Riva, dopo aver ringraziato la madrina e la mamma degli eroici fratelli Calvi, presente alla manifestazione, esortò gli alpini ad essere degni del loro gagliardetto e "abbiate un coraggio uguale e superiore al coraggio della guerra, il coraggio della pace fraterna e la bontà umana, durante l'imperversare della rissa civile".
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