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Gli alpini in festa per i 90 anni del presidente Caprioli

«Nardo Caprioli è un grande uomo e un grande alpino. Le sue penne nere gli sono vicine con affetto e stima» dice Antonio Sarti, presidente sezionale dell'Associazione nazionale alpini ricordando che ieri è stato un giorno speciale: il «presidente Nardo» come tutti lo chiamano affettuosamente, ha tagliato il traguardo dei 90 anni, molti dei quali vissuti «per» e «tra» gli alpini; Caprioli è stato infatti per 15 anni alla guida delle sezione bergamasca (dal 1969 al 1984) e per 14 a capo dell'Ana nazionale (dal 1984 al 1998) lasciata per motivi di salute. Una delegazione dell'Ana è così andata a trovarlo a casa sua, dove vive con la moglie Anna sposata 64 anni fa.

 

Per i bergamaschi l'immagine più recente di Leonardo Caprioli è quella che ha regalato all'adunata di maggio: in piedi sulla camionetta ha sfilato sotto la pioggia tra le urla entusiaste dei suoi uomini. Caprioli è alpino da quando, nel 1941, si presentò come volontario. Con le truppe alpine partì l'anno dopo per il fronte russo. Ritornò in Russia molti anni dopo per realizzare un progetto straordinario: nel 1992 nacque infatti l'idea di costruire a Rossosch, in Ucraina, dove nel 1942 era il comando del Corpo d'Armata alpino, un asilo per ospitare un centinaio di bambini. «Perché non tornare in quelle terre dove 50 anni fa portammo dolore e morte e portare ai bimbi d'oggi una speranza e un sorriso?» fu l'appello di Caprioli, al quale gli alpini risposero con entusiasmo.

Allora era presidente nazionale e già l'associazione lo aveva seguito nella svolta impressa nel 1974, quando ai suoi alpini bergamaschi ebbe il coraggio di dire che «abbiamo riempito la provincia di chiesette e cippi: la cosa è lodevolissima, ma vedrei altrettanto volentieri altre iniziative di utilità ai vivi». La prima opera realizzata fu la casa di soggiorno e cura per bambini miodistrofici a Endine, inaugurata nel 1977 e ancora oggi fiore all'occhiello della solidarietà alpina bergamasca.

Nel frattempo gli alpini avevano dato prova della propria generosità, andando in aiuto dei «fradis» friulani colpiti dal terremoto del 1976. Sulla base di quell'esperienza, Leonardo Caprioli lanciò l'idea di una struttura sanitaria campale, cioè di quell'ospedale da campo che venne presentato ufficialmente nel 1986. Non solo, a Caprioli si deve riconoscere il merito di aver fatto nascere la Protezione civile, che nel corso della sua presidenza ha operato in Valtellina, in Armenia, in soccorso alle popolazioni alluvionate in Piemonte e Versilia, dopo il sisma in Umbria e Marche. Quando nel 1998 lasciò la carica di presidente nazionale, si congedò dalle sue penne nere, ironizzando sul fatto che gli fosse rimproverato di sorridere poco: «Se saprò che voi parlando di me direte: "Caprioli? Era un alpino e ci ha voluto bene", sicuramente sorriderò e sarò felice». Un affetto certamente ricambiato da parte di tutti gli alpini.

Laura Arnoldi

L'Eco di Bergamo - 25/11/2010