Incentivi alpini al Nord. La maggioranza va sotto. La legge torna indietro Stampa

ROMA

Maggioranza battuta alla Camera sulla proposta di incentivare il reclutamento degli alpini nelle regioni del Nord. L'Assemblea ha approvato con nove voti di scarto la richiesta del Pd, sostenuta da Idv e Fli, di rinviare in Commissione la proposta di legge, nata per favorire attraverso alcuni incentivi il reclutamento delle Penne nere nelle regioni dell'arco alpino, in Abruzzo e nella provincia di Isernia. Un provvedimento che sta particolarmente a cuore della Lega, costretta a subire uno stop, con suo grande disappunto, per le assenze nei banchi del Pdl.

 

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Muro Pd, l'ira della Lega
Oggi gli alpini sono composti per quasi il 70% da soldati provenienti dal Meridione. Per riequilibrare la composizione geografica delle truppe, i parlamentari leghisti propongono agevolazioni fiscali e assistenziali e incentivi ai volontari che risiedono negli stessi territori dove prestano servizio.
Ma il Pd si è da subito opposto. Questa legge, ha spiegato Ettore Rosato, «finisce con il determinare differenziazioni e pregiudizi tra militari di serie A e B». La Lega ha reagito con Davide Caparini, che bolla la contestazione del Pd come «ipocrita e strumentale». Sta di fatto che al momento del voto la maggioranza non c'è: ci sono banchi vuoti tra il Pdl, e semivuoto è il banco del governo. Alla fine, la proposta del Pd di rinviare la proposta di legge in Commissione passa per nove voti.
Durissima la reazione della Lega. «Chi non ha voluto discutere il provvedimento abbia almeno la decenza di non presentarsi più di fronte ai militari. C'è stato un tradimento per migliaia di ragazzi che svolgono il loro dovere con abnegazione», sbotta Caparini.
 

I deputati bergamaschi
Di segno opposto anche le reazioni dei parlamentari bergamaschi. «Il ritorno in Commissione – afferma Gregorio Fontana, del Pdl, componente la commissione Difesa della Camera – è solo una breve battuta d'arresto. Il Pdl, con la Lega, conferma il proprio impegno per l'approvazione rapida della legge. Purtroppo, la sinistra, servendosi di strumenti procedurali, è riuscita a bloccarne l'iter, confermando, al di là delle dichiarazioni di principio, i propri pregiudizi, duri a morire, sul federalismo, sulla valorizzazione delle identità territoriali e anche sul ruolo delle Forze armate nella società».
Per Antonio Misiani, Pd, invece «da parte nostra c'è il massimo rispetto e apprezzamento nei confronti degli alpini». «Il punto – spiega – è che la proposta di legge, al di là delle buone intenzioni, produce effetti assai modesti in rapporto alle effettive necessità delle truppe alpine. Gli incentivi fiscali sono affidati agli enti locali, quando – come ha sottolineato anche il sottosegretario Crosetto – sarebbe giusto che fossero a carico dello Stato. Pure il sottosegretario Giorgetti, in Commissione, ha sollevato numerose obiezioni su punti fondamentali come gli incentivi fiscali, le riserve nei concorsi e le coperture finanziarie».
«Insomma – conclude il deputato del Pd – è lo stesso governo ad avere evidenziato una serie di criticità. Anche per questo era sensata la richiesta di una riflessione più approfondita in Commissione. Quanto all'esito del voto, Pdl e Lega, più che inveire contro l'opposizione dovrebbero fare autocritica, viste le numerose assenze nelle loro file».

 

L'Eco di Bergamo - 10/03/2011