All'adunata degli alpini oltre 10 mila bergamaschi Stampa

Torino scalda i motori per la manifestazione. Sarà l'occasione per celebrare l'Unità d'Italia. Le penne nere orobiche sfileranno nel pomeriggio

 


Tra alpini e parenti si dice sempre che arrivino in diecimila, ma quest'anno di bergamaschi all'annuale ritrovo delle penne nere, quello che si svolgerà tra domani e domenica a Torino, ne sono attesi anche di più. Quanti? Meglio non azzardare, ma le previsioni sono tutte al rialzo: «Credo – afferma il presidente della sezione bergamasca dell'Ana Antonio Sarti – che durante la sfilata vera e propria si conteranno almeno a 5-6 mila soci rispetto ai soliti 3-4 mila». E di mezzo non c'è solo la concomitanza con la festa per il 150° dell'Unità d'Italia nella sua prima capitale, un tema al quale gli alpini sono sensibili per natura, ma anche l'onda lunga dell'adunata bergamasca.

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Un evento, quello dello scorso anno, che ha lasciato il segno e che continua a dare buoni frutti anche a livello associativo. I numeri parlano chiaro: un saldo positivo di 400 iscritti per la sezione che consolida così il proprio primato a livello nazionale. I 21 mila soci dell'Ana orobica sono infatti mille in più rispetto a quella di Trento con cui da sempre i bergamaschi si contendono il primo posto in questa speciale classifica.

 

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Molti di loro si sono già messi in viaggio nei giorni scorsi. Il Piemonte è anche una specie di «pellegrinaggio» per i tanti alpini che qui hanno svolto il servizio militare. Un po' come Cuneo nel 2007, solo che Torino è decisamente più a portata di mano e più comoda sul piano logistico e organizzativo. «Da questo punto di vista – aggiunge Sarti – il modello sarà quello dello scorso anno a Bergamo. I responsabili della locale sezione ci hanno chiesto una mano a livello di consulenza e noi gliel'abbiamo data più che volentieri. Troveremo così i grandi attendamenti che avevamo caratterizzato la nostra accoglienza, allestiti prevalentemente su asfalto in modo da contenere i disagi legati all'eventuale maltempo».
La macchina organizzativa
I principali saranno allestiti nella dismessa caserma La Marmora in via Asti, a Torino esposizioni in corso Massimo d'Azeglio, al villaggio olimpico di piazza Galimberti, e al Pala Torino di corso Ferrara. Per il resto tutto come al solito, e cioè in ordine sparso, con tende e camper piazzati un po' ovunque. Da ieri e fino a domenica i collegamenti saranno garantiti da navette speciali. Sarà qui il clou della festa. Il corteo che partirà alla 9 di domenica prevede l'ammassamento nel quadrilatero compreso tra corso Vittorio Emanuele, corso Duca degli Abruzzi, corso Einaudi e corso Galileo Ferraris. Quindi partenza da Vittorio Emanuele e arrivo in piazza Vittorio Veneto. I bergamaschi? In teoria dovrebbero sfilare nel primo pomeriggio, ma i tempi delle adunate, si sa, sono molto elastici e legati al numero dei partecipanti. Una cosa è certa però: gli striscioni sull'Unità d'Italia non mancheranno. «Anche la nostra sezione – conferma il presidente – ne ha presentato uno e nelle scorse settimane ha celebrato l'Unità partecipando all'iniziativa che ha coinvolto tutti i gruppi a livello nazionale. Per tradizione e storia gli alpini rappresentano un simbolo dell'identità nazionale. Ce ne siamo resi conto anche durante le adunate che si sono svolte al sud».
«A Torino per l'Italia»
«Saremo a Torino per l'Italia – aggiunge il presidente nazionale dell'Ana Corrado Perona – per ribadire che questa unità non va messa in discussione e per confermare il nostro spirito di corpo, i nostri valori alpini, la forza della nostra perseveranza e la condivisione della linea associativa».
La bandiera non si discute, insomma. Per rimarcarlo, alla festa delle penne nere ne è stata affiancata un'altra: quella del Giro d'Italia che, proprio in occasione del 150° anniversario dell'Unità, partirà da Torino domani. La più importante competizione ciclistica italiana festeggerà così i suoi 94 anni di vita. Gli alpini ne hanno un po' di più – 139 per l'esattezza –, ma a guardarli mentre pacificamente invadono Torino sembrano atleti pure loro.

 

Emanuele Falchetti - L'Eco di Bergamo 06/05/2011